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Oggi ci troviamo ad affrontare un’altra grave perdita per la nostra comunità e per la nostra città : ci ha lasciato Ignazio Boccia, ex Ufficiale della Polizia Locale di Sesto San Giovanni e Presidente del Consiglio Comunale tra il 2012 e il 2017. Ignazio é stato un amico che ha sempre dimostrato grande orgoglio per la sua storia nella Polizia Locale e che ha scelto poi di continuare a mettersi al servizio della sua città entrando in Consiglio Comunale dove ha rivestito il ruolo di Presidente del Consiglio con grande umiltà e con grande senso delle Istituzioni. Di lui ricordiamo la voglia di lavorare per continuare a migliorarsi, la passione e la solarità con cui si è sempre posto nei confronti degli altri compagni di avventura nell’esperienza politica e un grande senso del dovere.
Ci stringiamo alla sua famiglia nel dolore di questo momento, con lo sgomento di una morte così improvvisa e con la triste consapevolezza della grande perdita che rappresenta la sua scomparsa.
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Da cosa dipende l’aumento della TARI di quest’anno?
La TARI deve coprire il 100% delle spese di raccolta e smaltimento dei rifiuti; dopo l’aumento dell’anno scorso, quest’anno ci aspetta un rincaro medio del 45% per le famiglie di Sesto.
A cosa è dovuto? All’aumento delle spese di raccolta dei rifiuti che sono passate da 7,1 milioni di euro l’anno della gestione Area Sud a 10,3 milioni di euro l’anno della gestione Sangalli.
Ricordiamo anche che Secondo Area Sud, ci sono stati frequenti ritardi nei pagamenti da parte del Comune che l’hanno messa in difficoltà per il pagamento degli stipendi ai dipendenti, difficoltà che hanno causato agitazione tra il personale ed hanno portato a disservizi e conseguenti penali applicate dall’amministrazione Di Stefano (oltre 300.000 euro nel 2018).
Da una richiesta di accesso agli atti abbiamo appreso che i ritardi ci sono stati: nel 2018 17,2 giorni di ritardo in media con punte di oltre un mese in 3 casi.
Perché questi ritardi? Perché negarli arrivando ad affermare di pagare in anticipo?
Di Stefano non può più sottrarsi alle domande:
Perché si è passati alla Sangalli?
Perché perseguire questa politica del muro contro muro che è andata avanti oltre 2 anni non portando ad alcun risultato se non a un rincaro medio del 45% della TARI?
I cittadini di Sesto, di fronte ad un aumento così importante, hanno il diritto di ricevere risposte da questa giunta, si è trattato di una manovra propagandistica sulla pelle dei sestesi o solamente di incapacità di valutare l’effetto delle proprie politiche?
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No non state guardando un telefilm degli anni ’80. E no, non è neanche un video di satira. È l’ennesima operazione “acchiappa_like”, questa volta decisamente mal riuscita.
Vediamo dai commenti che non siamo i soli ad aver trovato inaccettabile ironia e sarcasmo che sono scaduti ben oltre la legittima polemica politica, diventando oltraggio, derisione e menzogna.
Non esageri, sindaco Di Stefano.
Glielo dicono anche tanti suoi elettori. Lei è pur sempre il primo cittadino di uno dei Comuni più importanti di Milano Metropolitana e deve portar rispetto per il ruolo che ricopre, per i suoi cittadini e per i tanti agenti di Polizia Locale che non meritano di essere offesi o derisi, né a Sesto San Giovanni né a Milano.
Dopo 3 anni di Governo una sola domanda: è tutto qua?
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TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO LA CATTIVA VOLONTÀ
I Centri ricreativi estivi sono un servizio socioeducativo indispensabile che riguarda centinaia di bambini e famiglie, la cui importanza diventa cruciale in un momento complesso come quello che stiamo vivendo. Sono moltissime le amministrazioni, di ogni colore politico, che durante la pandemia hanno dialogato con le proprie città facendosi trovare pronte quanto il 16 maggio il governo ha spiegato “come” si sarebbero potuti svolgere i servizi alla persona. Solamente mappando e conoscendo i bisogni dei tuoi cittadini puoi approntare delle risposte efficaci ed efficienti.
Il Comune di Sesto ha aspettato, in balia degli eventi senza essere in grado di capire quali necessità fossero mutate e quali nuovi bisogni fossero comparsi durante i mesi di lock down, queste mancanze da parte dell’amministrazione hanno comportato dei disagi e delle criticità notevoli.
L’iscrizione è rimasta aperta per soli 5 giorni, una gara di velocità, ogni famiglia doveva inoltre anticipare 30€ a figlio per ogni settimana di iscrizione senza possibilità che quei soldi ritornino in caso di rinuncia se dovessero mutare le condizioni del servizio. Chiedere in questo periodo fino a 600€ alle famiglie senza nessuna garanzia dimostra quanto lontana dalla realtà e dai cittadini sia questa giunta. L’ultima goccia a far traboccare il vaso sono gli orari di apertura, inadeguati per quelli che sono gli orari reali di lavoro.
I genitori a questo punto hanno avanzato una serie di richieste circostanziate e precise a beneficio di tutti: un acconto più basso, orari più flessibili, restituzione dell’importo versato a condizioni di iscrizione differenti; ma dal Comune tutto tace. Non viene presa nemmeno in considerazione la proposta allargare il servizio fino ai 14 anni o di utilizzare delle risorse già messe a bilancio prima della pandemia per anche il supporto educativo ai bimbi disabili… D’altra parte se il Comune nei mesi scorsi ha perso una causa per discriminazione all’assistenza dei bimbi disabili un motivo ci sarà.
Rimane poi aperta la questione dello stanziamento dei fondi messi a disposizione del Governo: 150 milioni ai diversi comuni. Che ne facciamo dei soldi se i centri comunali saranno ridotti di numero? Li useremo per quelli privati dopo aver depotenziato quelli pubblici? E se sì quali?
Oratori e società sportive, importanti presenze sul territorio che offrono il servizio da tanti anni, non riescono in totale solitudine e senza alcun aiuto a organizzarsi e fanno fatica a partire e a offrire un servizio!
Si può fare di più? Oh sì, molto di più. E non parliamo della “solita” Emilia-Romagna ma, per esempio di Monza, che ha iniziato a lavorare a fine aprile su un «piano estivo» dedicato ai bambini e ai ragazzi fino ai 14 anni dichiarando “Con l’avvio della Fase 2 una delle priorità è garantire a chi ha dei figli la possibilità di tornare al lavoro in piena tranquillità. La città deve fare sistema nell’emergenza per ripartire”. Lo stesso per Cusano Milanino e Cormano, tutti governati dal centro destra.
Questa è la dimostrazione che la questione non è ideologica, ma di sostanza.
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“Siamo una risorsa e non un costo”, questo lo slogan ripetuto per le vie cittadine dai dipendenti comunali durante il corteo che ha caratterizzato lo sciopero odierno. Il corteo si è fermato e ha sostato anche davanti alla sede del nostro partito, il PD, accusato di voler esternalizzare un servizio su due piedi e senza alcun motivo che non sia l’assenza di risorse economiche, e di preparare il terreno per l’esternalizzazione di alcuni altri servizi comunali prestigiosi, in particolare il servizio dei nidi per il quale ogni anno vengono, certo non a caso, spesi alcuni milioni di euro.
Fermo restando il diritto costituzionale dello sciopero, la libertà legittima di interpretare le vicende secondo il proprio punto di vista e capendo le difficoltà e le preoccupazioni dei lavoratori del CDD che abbiamo incontrato e che ci hanno conosciuto in un dialogo franco e costruttivo, riteniamo la strumentazione politica in atto nei confronti del nostro partito, inaccettabile.
Ricordiamo a tutti che l’oggetto della discussione è come poter ampliare oggi un servizio insufficiente rispetto alle necessità che la stessa cittadinanza ci porta e a cui come amministratori abbiamo l’obbligo di fornire delle risposte.
L’obiettivo che ci siamo dati è quello di poter saturare la lista d’attesa a fronte dei posti vuoti che, pur accreditati dalla Regione e quindi potenzialmente presenti sul territorio, non vengono di fatto occupati dagli utenti, causa difficoltà gestionali del servizio.
Ci sono poi anche utenti nostri concittadini che sono stati inseriti in altre strutture limitrofi (per altro gestite non in economia), ma fuori dal nostro comune, causando disagi alle famiglie sestesi, e ampliando i costi di un servizio che è pagato dall’intera collettività. La pietra miliare dello scandalo che fa del Partito Democratico un nemico dei lavoratori è la necessità di ricercare una formula che mantenga aperti i due CDD con la possibilità di occupare tutti i 60 posti ma anche di aprire un CSE, servizio socio-educativo per gli utenti che di fatto necessitano di un’assistenza socio-educativa e non sanitaria ma che l’amministrazione non può ad oggi offrire, causa la sua assenza nel territorio. Come Partito Democratico siamo sempre entrati nel merito delle questioni e abbiamo cercato di trovare soluzioni che dovessero tener conto anche della dignità del lavoro, che oggi si dispiega in più contesti e in molteplici forme che necessitano di essere monitorate ma non demonizzate. Auspichiamo dunque un buon esito della trattativa sindacale che presto verrà aperta. Per questo abbiamo lavorato fino ad oggi in silenzio e continueremo a farlo da domani. A chi invece ci accusa di “vendere un servizio ai privati per risanare i conti del bilancio” e a chi pur facendo parte della maggioranza ha deciso di partecipare per ragioni di mero opportunismo politico alla manifestazione di questa mattina, noi rispondiamo a gran voce, sgombrando il campo da ogni equivoco. La politica è cercare terreni dove si incontrano esigenze diverse. Il rischio altrimenti è quello di costruire orticelli dove ognuno difende le proprie di esigenze ma non incontra mai il bisogno urgente dell’altro.
Marco Esposito
Segretario Cittadino – Partito Democratico Sesto San Giovanni
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