Skip to main content

SOS SCUOLE CITTADINE

Ieri sera grazie ai fondi del PNRR, voluto dai governi sostenuti dal Partito Democratico, è stata finanziata la demolizione e la ricostruzione del Nido Savona.

Una buona notizia per la città che non scaccia però i dubbi sulle garanzie per la continuità didattica per gli utenti degli asili.

Condividi

SOS Scuole Cittadine

🏫Il PD esprime la propria forte preoccupazione per la gestione degli edifici scolastici da parte del comune di Sesto San Giovanni🏫

L’ultimo caso riguarda la CHIUSURA DELLE SCUOLE ORIANI: da lunedì 21 NOVEMBRE centinaia di bambini dovranno cambiare plesso scolastico.
La chiusura della Scuola Oriani si aggiunge alla chiusura della Scuola Marzabotto ed a vari problemi che affliggono gli utenti delle scuole Forlanini, Don Milani e XXV Aprile.

Per affrontare la situazione, il Partito Democratico cittadino si è mobilitato per:

✅Richiedere una commissione consigliare ad hoc per fare il punto della situazione sull’edilizia scolastica e sulle misure da mettere in atto per alleviare il disagio delle famiglie
📅Richiedere che i lavori, alle scuole Oriani, possano partire prima di SETTEMBRE 2023, come invece previsto dal piano comunale.
👮🏼‍♂️Richiedere la possibilità di far presidiare alla polizia locale l’incrocio tra via Oslavia/ via fiume e viale Edison, sia all’entrata sia all’uscita delle scuole per tutto il tempo per cui sono previsti i lavori.
⚠️Pretendere dall’assessora un report mensile sull’avanzamento dei lavori nei nostri plessi scolastici
❓Richiedere uno stato di fatto della situazione delle Scuole Sestesi ed una pianificazione degli interventi di miglioramento da qui ai prossimi 5 anni (sostituzione di caldaie, progetti di ammodernamento dei plessi ecc…)

👉🏼Per questo Domenica 20 Novembre dalle 10 alle 12, presso il circolo Primo Levi (via Cesare da Sesto n°19), parleremo di Scuole cittadine e del loro futuro assieme ai nostri consiglieri comunali e rappresentanti del Partito Democratico.

Condividi

Gruppi di lavoro

I Gruppi di discussione e di lavoro

Del PD a Sesto s. Giovanni

Lo scopo dei gruppi di lavoro del Partito Democratico è di creare reti di partecipazione tra le forze attive della città, al fine di costruire proposte che aiutino il governo del nostro territorio e rendano l’azione politica più coerente e vicina alle dinamiche sociali, economiche, culturali e ai bisogni dei sestesi.

Ciascun gruppo è studiato per concentrarsi su uno o più temi di interesse fondamentale della vita pubblica, è coordinato da uno o più iscritti e si riunisce periodicamente nelle sedi del partito ma anche in luoghi ed in questo tempo di pandemia anche attraverso le reti digitali.

I lavori dei gruppi sono aperti a tutti i cittadini, singoli o riuniti in associazione, che si sentono vicini alla missione del Partito Democratico e desiderano dare un contributo costruttivo alla politica della città.

Le riunioni dei gruppi, i loro progetti e i risultati ottenuti sono periodicamente aggiornati sul sito, in modo da rendere trasparente il percorso definizione politica del partito.


# 01 Generazione Metropolitana

Perché accontentarci di vivere alla periferia di Milano, quando potremmo abitare in una delle città metropolitane più importanti d’Europa?

 

Vai al Gruppo

 

 

# 02 Benessere Sociale

Tutti i fattori del vivere comune che si uniscono in modo che i membri della società possano soddisfare i singoli bisogni fondamentali e avere livelli ottimali di qualità della vita.

 

Vai al gruppo

 

 

# 03 Lavoro & Economia

Il tessuto imprenditoriale e del commercio ha resistito alla prova Covid, per il Pd, compito della prossima amministrazione dovrà essere quello di dare prospettiva e strumenti al tessuto economico e sociale sestese per rilanciarsi in sinergia ed armonia con le trasformazioni che stanno interessando le aree dismesse.

Scopri le proposte

 

# 04 Scuola e Cultura

Per un dialogo con la città il più inclusivo e aperto possibile alle esperienze del territorio ed alle più ampie sensibilità della cittadinanza.

 

 

Vai al gruppo

 

# 05 Sport

Diritto allo sport che possa dialogare con il diritto all’istruzione e con quello alla salute. Un cambio di paradigma che ricollochi, con la giusta dignità, l’insegnamento della cultura del movimento nel mondo della scuola (con particolare attenzione alla scuola primaria) e con il diritto alla salute.

Vai al Gruppo

# 06 Salute e Sanità

Anche alla luce dell’esperienza pandemica è più che mai necessario affrontare la questione medica, cioè che i medici e i cittadini, possano pronunciarsi sull’organizzazione e sui traguardi da perseguire ed ogni comunità locale possa e debba esprimere le proprie esigenze e un giudizio su come viene amministrata la propria salute.

Vai al gruppo

 

# 07 Multidisciplinari

 

Vai al Gruppo

 

Condividi

L’associazionismo a Sesto: analisi situazionale per future politiche di sviluppo

Introduzione

Il gruppo, in questi primi mesi di lavoro ed in vista della seconda parte della conferenza programmatica, si è concentrato sulle politiche associative e sull’analisi dell’associazionismo a Sesto. Data la molteplice natura degli argomenti insiti in un gruppo di così vasto respiro, ai partecipanti, su impulso del coordinatore, è sembrato di più immediata utilità concentrarsi su uno degli aspetti per fornire una chiave di lettura il più ampia ed esauriente possibile su almeno una delle “deleghe”.

Analisi situazionale

1. La prima e fondamentale osservazione, piuttosto trasversale da cui discendono le successive, ci porta a costatare che una vera e propria politica per l’associazionismo faccia fatica ad affermarsi. Per politica intendiamo infatti un sistema di provvedimenti e strutture organico atto allo sviluppo, gestione e alla diffusione della vita associazionistica. Esistono piuttosto una serie di istituzioni e/o pratiche con un certo grado di resa disarmonica.

L’Assemblea delle associazioni ad esempio – d’ora in avanti “Consulta” – appare come un organo costruito senza l’effettiva collaborazione preventiva delle realtà del territorio e si sovrappone, per struttura della rappresentanza, anche ad altri organi consultivi già presenti in città, come ad esempio la Consulta dello sport, oltre che avere contorni di azione e ordinamento giuridico non perfettamente delineati.

Nello specifico, emerge l’esigenza di una definizione più precisa di associazionismo, senza la quale risulta difficoltoso procedere alla costruzione del suddetto sistema. Nelle ultime due riunioni del gruppo, tra i presenti, vi è stata una convergenza di opinioni sullo scorporamento delle associazioni che si occupano di attività in senso volontaristico senza scopo di lucro e quelle che, pur richiamandosi alla natura associazionistica, risultano invece avere anche uno scopo commerciale.

Senza la volontà di procedere ad una iper-definizione troppo complessa, questa distinzione orienta la scelta sul senso dell’attività associativa da supportare con politiche pubbliche, intesa come volontaria aggregazione di cittadini per la costruzione di qualità sociale attraverso la promozione di specifiche aree di interesse tematico. Così facendo, si avrebbe anche la conseguente modifica dell’albo delle associazioni ed una più mirata concentrazione di supporto a quelle realtà che rispondono a simili caratteristiche, attraverso un criterio più oggettivo da svilupparsi in concerto con le associazioni.

2. Conseguente al primo punto, il principio generale emerso è che, pur nella comprensibile volontà di mantenere realtà storiche in vita, il pubblico deve prima di tutto garantire la parità di condizioni, agevolazioni e possibilità di crescita e sviluppo a tutte le realtà.

E’ però evidente che alcune realtà contribuiscono più di altre all’erogazione, pur su base volontaristica, di servizi che costituiscono una risorsa per il welfare cittadino o per la conservazione della identità storica della città e non semplicemente un momento di aggregazione di “svago”. In questo caso sembra lecito che ci sia una definizione specifica di queste realtà che vengano però inglobate in modo chiaro e trasparente nella struttura del governo del territorio, proprio in virtù di questa loro ricaduta sociale, in modo da conferire uno status particolare di utilità pubblica che sia trasparente e regolamentato.

3. Un’altra constatazione emersa sottolinea come il tessuto associazionistico della città stia cambiando rispetto alla struttura che ha fino ad ora avuto. Se da un lato nascono associazioni che a volte non sentono l’esigenza di fare rete tra loro, dall’altro storiche realtà nate in città e sviluppate poi sul territorio nazionale sembrano incontrare difficoltà ad auto-rigenerarsi. La realtà non deve tuttavia allarmare essendo frutto di un cambiamento nella composizione socio-demografica urbana e conseguente ad un naturale turn-over nelle esigenze e delle volontà di aggregazione tra i cittadini.

A questo riguardo il gruppo si è anche spinto verso la definizione di alcune ipotesi di proposta.

Una prima ipotesi di proposta, che procede nel senso duplice di rivitalizzare storiche realtà e di incentivarne di nuove, intercetta la possibilità di relazione tra le scuole e il volontariato. Una recente disposizione inserita nella riforma governativa di settore intitolata “La buona scuola” prevede l’acquisto di crediti formativi extrascolastici per quegli alunni che compiano attività di volontariato sul territorio. L’idea è quella di costruire un accordo quadro tra il comune, le associazioni e le scuole, magari per il tramite attivo del neo costituito “Forum giovani” di Sesto, al fine di incanalare queste attività per crediti formativi in specifici progetti con le associazioni rispondenti alle varie aree.

In secondo luogo, il pubblico potrebbe essere in grado di approntare un coordinamento e una ottimizzazione, quando possibile, delle realtà associative. Si nota che questa difficoltà spesso è presente in più associazioni che anno dopo anno decrescono di numero al loro interno ma che sono portavoce dello stesso “tema” (si faceva l’esempio delle corali). In questo caso una possibile soluzione sarebbe quella di incentivare la fusione logistica tra associazioni simili in modo da ovviare in prima istanza a questo problema. L’ipotesi è ovviamente ottimista e forse pionieristica ma crediamo valga la pena introdurla, se non altro come spunto.

Inoltre, il sopra citato ruolo di coordinamento della consulta appare poco solido non solo per la scarsità di partecipazione effettiva da parte di molte realtà, ma anche e soprattutto per la natura consultiva ambigua che viene semmai attivata in ordine a proposte già definite in ambito amministrativo, oltre che per la sovrapposizione con organismi già presenti in ambito sportivo e di assistenza al welfare (come sottolineato). In questo senso la struttura rappresentativa, il ruolo e l’ordinamento giuridico della consulta sembrano da ristrutturare e un dibattito successivo del gruppo, magari in sede di conferenza programmatica e nei successivi lavori, potrà concentrarsi proprio su questo aspetto.

4. Un successivo punto di discussione ha riguardato la politica di distribuzione e gestione degli spazi pubblici. Il gruppo ha in prima istanza lasciato in sottofondo il tema della casa delle associazioni, preferendo concentrarsi sulla gestione degli spazi già presenti in città.

Non sembra esiste una disciplina unica e uniforme sull’assegnazione degli spazi e spesso la modalità varia da settore a settore e da progetto a progetto. Questa situazione non rende del tutto uniforme e chiara la realtà in materia e si presta ad interpretazioni di volta in volta differenti. Da qui la necessità di definire la politica di assegnazione e gestione sulla base di due criteri fondamentali:

  1. La condivisione degli spazi comunali tra più associazioni.
  2. Una struttura di assegnazione obbligatoria che, eliminando il criterio dell’assegnazione diretta, introduca un criterio più oggettivo, misurabile e standardizzante possibilmente da sviluppare in concerto con le associazioni.

In questo modo si potrebbe ovviare in un primo tempo alla scarsità di spazi. L’esempio più concreto si ha con i centri anziani, gestiti da relative associazioni ma che hanno sede in strutture pubbliche che potrebbero essere di conseguenza condivise, magari con realtà giovani (anche per anagrafica) che sono nettamente penalizzate sotto questo punto di vista. E’ necessario però che le istituzioni vigilino e controllino l’effettiva possibilità di condivisione, al fine di far rispettare questo principio.

La proposta di Casa delle associazioni assume contorni non ben definiti soprattutto in relazione ai “vuoti” normativi e concettuali esposti da più membri del gruppo ma anche rispetto al criterio di formazione del regolamento, che ad oggi è costruito attorno ad una proposta prettamente istituzionale e non pienamente concertata assieme alle realtà del territorio[1]. Accanto a queste argomentazioni, appare evidente che il progetto non sembra tenere pienamente conto delle criticità della struttura, laddove la natura e la quantificazione monetaria degli interventi di ristrutturazione non sono chiari e rappresentano un punto dirimente fondamentale. Di conseguenza uno studio e una eventuale proposta specifica e approfondita, che tenga anche conto dell’esperienza di altre case delle associazioni sparse sul territorio del Nord Italia, sembra opportuno venga contemplato non soltanto dal partito ma soprattutto in sede amministrativa. Ci preme rilevare che il progetto – assai positivo ed atteso da lungo tempo – abbisogna anche di una chiara definizione degli oneri finanziari a regime oltre che di un regolamento di gestione (sia economica che organizzativa) che contempli l’ingresso stabile dell’amministrazione e non si affidi all’unico apporto delle associazioni, apporto che sarebbe oltre che troppo oneroso in termini di tempo e risorse, anche difficile da organizzare e parametrizzare. Ci sembra quindi necessario, prima di portare a compimento questo progetto, che tutti i dubbi e le zone di scarsa definizione finanziaria e gestionale vengano dissipati in modo da proporre alla città una realtà solida ed efficace.

5. Un ultimo aspetto emerso dai lavori e dai colloqui anche informali intercorsi tra il coordinatore e le realtà associative è quello del bisogno di un punto di contatto e un sistema organizzato, da parte del comune, che aiuti, agevoli e snellisca il lato “burocratico” del fare associazionismo. Ci siamo infatti chiesti perché, accanto allo sportello unico delle imprese e ad altri uffici preposti (ad esempio le attività sportive) non esista un punto di contatto amministrativo parimenti definito e organizzato. L’attuale sportello delle associazioni è, a tutti gli effetti, parte dell’URP comunale e non vive, di conseguenza, di una “vita autonoma”. Spesso chi fa parte di un’associazione non ha la stessa quantità di tempo da poter dedicare alle pratiche burocratiche e di conseguenza sarebbe di enorme aiuto avere un supporto simile particolarmente dedicato.

Pensiamo alla procedura di richiesta di prenotazione delle sale per eventi e/o iniziative: in questo caso i passaggi sono molti e non “a misura di cittadino” e la richiesta deve essere protocollata fisicamente oppure inserita per il tramite PEC, che non tutti per ora hanno a disposizione. La digitalizzazione dell’amministrazione può invece aiutare anche in questo senso, creando ad esempio un form di prenotazione e compilazione della modulistica direttamente online con possibilità di accettazione della prenotazione in via digitale. Questo è un esempio pratico che però restituisce la misura dell’enorme facilitazione che l’associazionismo avrebbe da un ufficio appositamente organizzato. Ultima annotazione: potrebbe essere di grande utilità un processo di formazione dell’associazionismo sulle regole e sull’alfabetizzazione informatica per rendere più veloci ed efficienti gli scambi con la struttura amministrativa comunale.

Resta, come minimo comune denominatore ai punti fino ad ora elencati, la considerazione che il consolidamento e lo sviluppo successivo delle politiche associative a Sesto necessiti, in forme da valutarsi, di una linea di bilancio specifica atta non solo alla definizione strategica degli obiettivi ma anche e soprattutto alla loro realizzazione. Siamo certamente consapevoli della congiuntura economica degli enti locali e della situazione di riordino interna a Sesto, ma riteniamo parimenti che almeno una discussione politica in questo senso possa e debba essere intrapresa.

Federico Maisenti

Coordinatore gruppo di lavoro.

[1] Durante la stesura finale di questo documento (fine 2015), è al vaglio dell’assessorato competente, su ultime indicazioni dell’organo direttivo dell’Assemblea delle associazioni, una proposta definitiva di regolamento che sarà oggetto di successiva votazione plenaria.

Condividi

Lineamenti per le politiche culturali e associative a Sesto

Il principio e lo scopo

Quando si ragiona di cultura, il compito che un partito dovrebbe assumere è quello di intercettare le potenzialità che esistono su un territorio affinché le politiche pubbliche possano aiutare lo sviluppo di pratiche e iniziative che generino qualità e benessere sociale.

L’obiettivo della politica non è quello di dare una definizione accademica di cultura, ma creare le condizioni perché le energie associative e le realtà del settore presenti in un determinato territorio si diffondano stabilmente in esso, accrescano l’identità sociale di una comunità, generino opportunità di sviluppo d’idee e di economie. In altre parole, il compito della politica è progettare un sistema che aiuti a mantenere un luogo vitale contribuendo a farlo crescere dal punto di vista intellettuale.

Percorsi

Scegliamo la parola percorsi proprio per marcare l’idea di un cammino da intraprendere per giungere al risultato, un cammino che non nasce dal nulla ma muove dalle realtà e dai sistemi esistenti verso il futuro della città.

L’identità storica e culturale di Sesto è presente ancora oggi e non può essere certamente dissolta in una radicale e irrispettosa trasformazione. Tuttavia, non si deve correre il rischio di cadere nella “trappola della memoria”, volta semplicemente alla perpetuazione del passato industriale senza ancoraggio con le necessità culturali e sociali del tempo presente.

Ecco allora che la seconda grande riconversione urbana fornisce l’opportunità di creare laboratori e sperimentazioni per la definizione di una nuova identità, anche multidimensionale, che possa magari essere accolta all’interno delle grandi cattedrali di un tempo, le fabbriche. Valori moderni che albergano sotto tetti antichi. E’ possibile indirizzare le politiche culturali verso questa sperimentazione? Ecco quindi una prima domanda che possiamo porci per il nostro lavoro.

Sesto San Giovanni non sarà più una semplice città della provincia, ma un polo della nascente Città Metropolitana e come tale potrà attingere e fornire idee, pratiche, progetti e manifestazioni dal territorio della grande Milano, in un rapporto di proficuo e paritario scambio reciproco che necessita però di una visione comune sulle linee d’intervento di crescita culturale di tutta l’area.

Si presenta quindi in modo evidente la necessità di costruire reti di collaborazione tra i territori affiché l’unione di più forze possa rendere i progetti culturali sostenibili, pluralisti, attrattivi, aumentando non solo la qualità della vita ma anche il valore intrinseco di ciascuna realtà inserita in questo processo. Inoltre, la definizione di reti culturali può contribuire alla circolazione delle “buone pratiche” già esistenti, rendendo il sistema non solo più efficiente ma anche consapevole e omogeneo.

Sul nostro territorio operano da anni molte esperienze, nate soprattutto grazie alle associazioni, che hanno contribuito e contribuiscono a mantenere Sesto una città vitale. Oggi la progressiva ristrutturazione della finanza locale non consente alle istituzioni pubbliche di aiutare direttamente e in modo sostanziono queste realtà, così come avveniva in passato. I vincoli posso trasformarsi però in opportunità laddove creano le condizioni per ripensare le prassi, i metodi e le relazioni.

Sentiamo quindi, come partito, di poter fornire uno spazio per teorizzare e sperimentare un modello di gestione e progettazione congiunta della vita pubblica e delle politiche culturali, che inserisca le forze associative nella programmazione dell’attività urbana in cambio di energie e risorse che non possono più essere direttamente fornite. Potrà di conseguenza verificarsi una felice condizione in cui la società civile contribuisce – in modo partecipato – alla pianificazione della vita cittadina, consolidando le istituzioni, rafforzando la coesione sociale e accrescendo l’identità e il senso di appartenenza della gente alla propria città. Sappiamo che il passo è molto ambizioso, ma è giusto porsi grandi traguardi, anche solo per raggiungere risultati più piccoli ma parimenti importanti generati proprio dallo slancio creativo.

Cultura vuol dire anche cultura politica. Uno dei percorsi che il partito intende intraprendere è quello di contribuire al dibattito sui fondamenti della democrazia, i suoi principi e valori, in coerenza con le sfide della modernità, la necessità di promuovere una classe dirigente consapevole, definire e attualizzare i cardini del pensiero socialdemocratico e liberale l’indomani di un cambiamento significativo della società che li ha preconizzati.

I lavori del gruppo seguiranno dunque i percorsi delineati ma sapranno e saranno certamente chiamati a modificarli, migliorarli ed integrarli con le esigenze e le opportunità che durante il cammino nasceranno, anche in collaborazione con gli altri gruppi di lavoro. La vita di una città è fatta di osmosi tra le sue realtà e vicende; la politica deve saper cogliere in pieno questa necessità adattativa per svolgere al meglio il suo compito di mediazione.

La conferenza programmatica della primavera del 2015 rappresenta la prima, importante tappa di approdo di questi percorsi ma i lavori del gruppo continueranno anche oltre, per rispettare la dinamica di Sesto e restare sempre al passo con le evoluzioni della cultura e della società.

Federico Maisenti

Condividi

PD Sesto San Giovanni

Partito Democartico – Sede cittadina
via Cesare da Sesto,19

20099 Sesto San Giovanni

tel. 02 22470558