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Report commissione sport del 5 maggio 2015

Resoconto della riunione Commissione sport del 05/05/2015

In data 05/05/2015, presso il circolo del PD “Berlinguer” di Sesto San Giovanni, si è svolta la seconda riunione della Commissione Sport costituita dal partito cittadino in vista della Conferenza Programmatica dello stesso che si terrà questa primavera.

Il tema all’ordine del giorno era “Audizione e dibattito con il vicesindaco Andrea Rivolta sulla situazione degli impianti sportivi cittadini e sulla politica sportiva sestese”. L’argomento è stato possibile affrontarlo in quanto l’assessore, nonostante numerosi impegni in questo particolare periodo, è riuscito a mantenere l’impegno a essere presento. Ho dovuto, ahimé, invece purtroppo riscontrare l’assenza – non preannunciata, se non da una sola persona – della maggior parte dei partecipanti storici della Commissione. Di questi erano presenti dall’inizio alla fine solo tre. Il parterre è stato comunque di rilievo data la presenza di ben sei persone che non facevano parte della Commissione ma che si sono unite e hanno partecipato al dibattito.

  • Il vicesindaco Rivolta ha voluto subito affrontare l’”argomento del giorno”, ovvero la decisione di non aprire questa estate la piscina scoperta Carmen Longo, a causa dell’eccessivo stato di deterioramento dell’impianto e dei costi insostenibili di un suo provvisorio e parziale ripristino prima dell’estate.
  • Rivolta ha sottolineato che, secondo lui, era una decisione che si sarebbe già dovuta fare già da qualche tempo e che, suo malgrado, ha voluto prendere assumendosi la responsabilità sulle proprie spalle.
  • Riguardo ai tempi di maturazione della decisione e della sua comunicazione, Rivolta ha affermato che: a) era già da qualche settimana che della possibilità che questa decisione venisse presa non era un segreto; b) che la Giunta ha dato il suo accordo; c) che lunedì 4 maggio lui ha inviato un comunicato sulla presa definitiva della decisione, e che la sera stessa, in cui era prevista una riunione dei consiglieri del Pd al cittadino sul tema sport, l’ha ufficializzata e non c’è stata opposizione da parte del gruppo consiliare
  • Rivolta ha anche ricordato che, nel 2014, vicesindaco e assessore con delega allo sport Felice Cagliani, l’Amministrazione ha inserito in un Piano delle opere il rifacimento di una nuova piscina scoperta al posto dell’attuale Carmen Longo, in project financing con un privato. Poi, tra la fine del 2014 e gli inizi del 2015 un privato si era offerto di sottoporre un progetto, motivo per il quale si è deciso di attendere per la stesura di un bando di gara definitivo, ma poi questo soggetto si è ritirato. Essendo, comunque ormai stata inserito in piano delle opere il rifacimento della piscina Carmen Longo, sarà comunque necessario andare avanti in questa direzione.
  • Rivolta ha comunicato alla commissione di essersi assunto il compito di provare a ottenere dall’attuale gestore delle due piscine coperte (De Gregorio e Olimpia) l’impegno a tenere aperte le stesse durante la stagione estiva. Da parte di alcuni presenti alla riunione, peraltro, è stato fatto notare che – stante lo stato di degrado della Carmen Longo – già nelle scorse stagioni estive molte famiglie sestesi hanno cominciato a frequentare piscine di città limitrofe (in particolare Bresso e Monza), per trovare un livello qualitativo migliore.
  • È stato inoltre anche ricordato da più intervenuti, che la creazione di una nuova piscina a Sesto, con caratteristiche innovative e vari servizi annessi, era stata promessa negli anni passati da uno dei tanti successivi proprietari delle aree Falck, ovvero Zunino, che poi è fallito. Questo può essere stato uno dei motivi per i quali negli anni passati non si è affrontato con anticipo e un grosso impegno finanziario il rimodernamento della Carmen Longo.
  • Riguardo alle due piscine coperte, Rivolta ha dichiarato che sono già stati preparati dei bandi che in settimana saranno esaminati dall’ufficio legale del Comune. Quindi, nelle prossime settimane saranno sottoposti alla Consulta dello Sport. Una volta approvati saranno emessi affinché, alla ripresa della nuova stagione sportiva, le due piscine abbiano dei gestori, in quanto l’accordo con la FIN (Federazione Italiana Nuoto) è in scadenza. Secondo alcuni intervenuti alla Commissione, sembra comunque che la FIN non sarebbe molto intenzionata ad assumersi la gestione anche per i prossimi anni. Ricordiamo che la FIN si è assunta la gestione di tutte le piscine sestesi (inclusa quindi anche la Carmen Longo), delegando la gestione operativa alla società Geas, la quale ripartisce poi l’utilizzo dell’impianto anche ad altre società, quindi Libertas, etc.
  • Nel caso che la FIN non rinnovasse l’impegno, la soluzione che qualcuno viene auspicata è le società che utilizza attualmente le piscine – o almeno le due maggiori (Geas e Libertas) – si mettano d’accordo per realizzare una sorta di condominio. Un esempio in questo senso è quello che si è attuato al centro sportivo Manin, dove i due gestori sono Geas Rugby e Sesto 2012, ma anche altre società utilizzano gli impianti collaborando nel loro mantenimento. Sembra, però, che difficilmente, almeno in questo momento, si riesca a “far mettere d’accordo” le società che gestiscono e usufruiscono delle piscine De Gregorio e Olimpia. C’è ancora da capire fino a che punto la FIN sarà disponibile a venire incontro alle eventuali nuove emergenze relative alla gestione di queste piscine. Non è da escludere che l’attuale regime dell’affidamento diretto, per le piscine, in un futuro possa dover essere sostituito da project financing con qualche soggetto disposto ad accollarsi la gestione e gli investimenti necessari all’ammodernamento di queste strutture nel corso dei prossimi anni, in cambio (come previsto nei casi di project financing), di concessioni di durata più lunga (ex 5-10 anni invece di 2-3).
  • Con riferimento alla problematica dell’appetibilità degli attuali impianti nei confronti di eventuali privati interessati a impegnarsi in project financing, Rivolta a sottolineato l’importanza di una recente revisione del PGT che ora consente l’istituzione di attività commerciali all’interno degli impianti stessi. Nei decenni passati, vi era stata una pregiudiziale di carattere ideologico, che oggi non avrebbe più molto senso, verso la possibilità di insediare o integrare con gli impianti attività commerciali, che contribuiscono alla sostenibilità degli stessi e alla proposizione di ulteriori servizi/comodità agli utenti. Secondo chi scrive e non solo – senza derogare alla necessità di controllo che non si verifichi un’eccessiva trasformazione in senso privatistico e consumistico degli impianti – oggi si dovrebbe ampliare questa possibilità. Finora ci si è limitati a permettere l’esistenza di piccoli bar o rivendite di articoli sportivi. Forse si può concedere qualcosa in più, continuando comunque a interrogarsi sulla funzione pubblica e sociale degli impianti sportivi e quindi su quali criteri inserire nei bandi di affidamento e/o di project financing.
  • Già, ma quale “voce in capitolo” deve avere un’Amministrazione locale riguardo agli impianti sportivi di proprietà pubblica e all’offerta sportiva sul territorio? Secondo chi scrive, il secondo tema è già stato abbastanza sviscerato nel corso della prima riunione della Commissione Sport, nella quale ci si è confrontati sul ruolo sociale – di aggregazione, socializzazione, integrazione, promozione della solidarietà e di stili di vita salutari, etc.- dello sport e, di conseguenza degli impianti sportivi. Riguardo alla “voce in capitolo” verso gli impianti intesi come “patrimonio”, durante la Commissione sono emerse le seguenti questioni.
  • È necessario che l’Amministrazione tenga in considerazione il valore storico e le attività svolte in ciascun singolo impianto nello stabilire i livelli di impegno economico diretto (dotazioni) e di priorità di determinati interventi. Ma i criteri adottati nella definizione di trattamenti differenziati devono essere trasparenti e, possibilmente, discussi e approvati con una platea più allargata possibile affinché non si possa dire che esistano impianti “figli” e altri “figliastri”. Non le riportiamo, ma sono emerse nel dibattito lamentazioni specifiche circa supposte attenzioni privilegiate.
  • L’Amministrazione deve migliorare i sistemi di controllo – a campione o su richiesta – in grado di verificare che i gestori degli impianti stiano operando nel migliore modo possibile affinché questi siano ben mantenuti. Non ci si può limitare a prevedere che gli impianti siano restituiti come allo stato iniziale alla fine della concessione.
  • Vanno al più presto analizzate e valutate possibili iniziative per contrastare gli sprechi economici che pesano, alla fine, sia sull’Amministrazione proprietaria degli impianti, sia sui gestori. Il riferimento è in particolare alle diseconomie derivanti da obsolete progettazioni degli impianti elettrici e di riscaldamento. Ecco alcuni esempi concreti portati all’attenzione: a) Il Manin ha un unico impianto di riscaldamento, peraltro assurdamente non collegato con il termovalorizzatore situato nelle sue adiacenze. Quest’unico impianto serve più utenze – fra le quali il 118 – che hanno necessità di riscaldamento differenziate nel corso dell’anno. Il 118, per esempio, ne ha bisogno tutto l’anno, non così le strutture sportive, che hanno anche dei mesi di sospensione delle attività. Queste ultime, infine, si possono suddividere fra quelle che potrebbero avere bisogno più a lungo di locali interni riscaldati e altre che invece ne hanno necessità solo per i mesi di freddo più intenso. Sarebbe auspicabile che questo impianto di riscaldamento venisse sezionato e possibilmente collegato al termovalorizzatore. b) Ci sono palestre scolastiche utilizzate di pomeriggio e di sera, con necessità di essere illuminate. In alcuni casi, gli interruttori delle luci si trovano all’interno dei locali scolastici, che vengono chiusi dall’interno alla fine delle attività scolastiche. Di conseguenza, se si lascia la palestra da una porta esterna rispetto alla scuola, o da un corridoio di quest’ultima dove non sono presenti gli interruttori, le luci della palestra restano accese tutta la notte. c) Le lampade a incandescenza o a scarica delle palestre e dei campi sportivi (per l’illuminazione notturna potrebbero essere sostituite) con lampade a led, che consumano meno e durano di più. Inoltre occorrerebbe assicurarsi che venissero spente subito dopo la fine delle attività sportive e delle pulizie.
  • L’Amministrazione – secondo alcuni intervenuti – potrebbe attivarsi per concordare un contratto quadro con uno dei gestori della distribuzione di energia elettrica attivi sul territorio. Da parte sua, l’Amministrazione potrebbe fare leva sull’ingente numero di impianti da proporre come utenti, per ottenere uno sconto significativo. Il gestore avrebbe un’utenza assicurata per un certo numero di anni. Ogni impianto potrebbe rimanere titolare del proprio contratto con il gestore, ma beneficiare di uno sconto rispetto ai prezzi attuali. La trattativa potrebbe iniziare con A2A ed Enel, i due gestori più attivi in citt
  • Il mondo sportivo è molto cambiato negli ultimi anni. Si sono affacciate discipline diverse e molteplici specialità nell’ambito di una stessa disciplina. Molte tipologie di attività motoria richieste dall’utenza, inoltre, non appartengono agli sport tradizionali ma hanno una connotazione più ludica, come, per esempio, gli acquapark. Nessuna città di piccole o medie dimensioni può pretendere di riuscire a offrire da sola risposte a tutte queste richieste. È necessario adottare una prospettiva da città metropolitana o, almeno, di area territoriale, e considerare alcuni impianti di “interesse” più ampio che quello cittadino. Alcune realtà di questo tipo già esistono sul territorio sestese. Il Palasesto, per esempio, per le esigenze degli sport del ghiaccio – o del pattinaggio sul ghiaccio ricreativo – ha sempre servito un’area che abbracciava, oltre Sesto San Giovanni, da una quota importante di Milano a tutta la Brianza. Con la chiusura del palazzetti di Zanica (BG), Bergamo e Lecco, il suo bacino di utenza è cresciuto ulteriormente. In chiusura della riunione, a oltre a concordare con questa analisi, il vicesindaco Rivolta ha preannunciato di voler contattare le amministrazioni delle città vicine a Sesto per adottare “politiche di area” anche in tema di impianti sportivi.

In considerazione della vicinanza della Conferenza programmatica; dei temi emersi nella precedente e nella riunione del 5 maggio; della necessità di lasciare come esito dei lavori delle proposte concrete a chi dovrà mettere insieme ed elaborare un nuovo programma politico complessivo, propongo che la prossima riunione si riunisca per discutere il seguente ordine del giorno:

1) Il futuro delle piscine: il punto sui bandi per i rinnovi delle gestioni e quale scelte di politica dello sport riflettono

2) Associazioni: è auspicabile promuovere accorpamenti o “condomini” fra società, per avere più soggetti in grado di assumersi la gestione degli impianti sportivi riducendo i costi a carico del bilancio comunale?

3) Anche nel caso di affidamenti di una certa rilevanza e di project financing, quali devono restare gli impegni dell’amministrazione comunale in termini di sostegni economici alle attività sportive (con particolare attenzione al tema dell’accessibilità), ammodernamenti tecnologici e messe in sicurezza, e controlli sull’adempimento degli impegni presi da parte dei gestori/concessionari?

Riccardo Cervelli

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